L’isola, l’antica Phoenicusa, prende il nome per la sua vegetazione di felci, molto abbondante nell’antichità.
Filicudi risulta costituita dai prodotti di sei centri eruttivi ben riconoscibili e ha il suo punto più alto nella Fossa delle Felci (m 774); le pendici sono in buona parte ripide e rocciose; parte dei declivi sono ben terrazzati e coperte da diversi tipi di vegetazione. Il nucleo abitato si concentra intorno al Porto “Pecorino”, mentre ad Alicudi Porto arrivano le Navi e gli aliscafi.
Per saperne di più
Le coste presentano bellezze non comuni e nel giro dell’isola si possono ammirare profonde grotte come quella del Maccatore, di S. Bartolomeo. del Perciato (forato) e della più famosa del Bue Marino, dove i giuochi di luce e di ombre vi producono fenomeni di rifrazione particolarmente suggestivi, cioè uno degli angoli più incantati del regno di Eolo. Lungo la costa occidentale dell’isola si profilano gli scogli di Montenassari, del Mitra, del Notaro e quello denominato la Canna, alto 71 metri, che con la loro solennità conferiscono al panorama un tono di austera e classica bellezza. Interessante era la pesca del corallo e oggi quella delle spugne; il mare è generoso di fauna ittica. Dal punto di vista paletnologico molto interessante è la penisola di Capo Graziano in quanto sede di vasti villaggi preistorici risalenti all’età del bronzo. Negli scavi sono state trovate ceramiche di produzione indigena e di derivazione micenea attestanti rapporti commerciali con l’Egeo tra il 1550 e il 1300 a.C.
Gli abitanti sono chiamati ‘Filicudari’
Escursioni:
alla Fossa delle Felci (m 774 s.l.m.)e al promontorio di Capo Graziano, per visitare i resti del villaggio preistorico a Zucco Grande.
Gite in barca:
alla Grotta del Bue Marino e al faraglione la Canna.