L’isola di Lipari
È l’isola più grande e la più complessa dal punto di vista geologico dell’Arcipelago Eoliano, la sua superficie misura 37,6 kmq; l’antica ‘Meligunis’ dal greco “melos”, cioè dolce; già abitata nel 3500 a.C. aveva nel commercio dell’ossidiana (roccia nera vetrificata) il suo punto di forza commerciale. Per la dolcezza del clima e serenità di cielo d‘inverno, si presenta come ideale stazione climatica e, d’estate, come ricercato soggiorno balneare. Oggi il centro storico ha il suo punto principale nell’Acropoli, comunemente inteso cole “Il Castello” dove si accede dalla porta più antica della Cittadella.
Qui si trova la Cattedrale normanna dedicata a San Bartolomeo (patrono di Lipari e dell’Arcipelago) fatta costruire dal re normanno Ruggero I, ma rifatta poi. Di fronte è possibile ammirare degli scavi risalenti al periodo neolitico, con presenza di tombe greco-romane e, a seguire, si trovano i Padiglioni del Museo archeologico (vi sono conservati i corredi di ben 1750 tombe) tra i più importanti della tipologia e visita da non mancare. Gli abitanti sono chiamati ‘Liparesi’. Il Comune, comprese le altre isole, conta 10.000 abitanti.
Per saperne di più
Le isole prendono nome dal dio Eolo (Àiolos, Αἴολος in greco antico), re dei venti. Secondo la mitologia greca, Eolo riparò su queste isole e diede loro nome, grazie alla sua fama di domatore dei venti. l nome di isole Lipari viene invece, secondo il mito, dal re Liparo, mitico colonizzatore dell’isola. Il colore blu intenso caratterizza il mare delle Eolie.
Ben conservate, sono le mura eretta dagli Spagnoli nel XVI secolo al cui interno sono presenti numerose chiese (da segnalare l’Immacolata, l’Addolorata e S. Maria delle Grazie). Interessante anche la sezione geologica-vulcanologica dove è illustrata la storia geologica delle Isole Eolie e i vari episodi attraverso i quali esse hanno assunto il loro aspetto attuale.
Addentrandoci nel paese la cittadina presenta molti altri punti di interesse, le viuzze ben tenute ricche di storia con tanti piccoli ristoranti e cibi di tradizione locale. Corso Vittorio Emanuele, dorsale della cittadina, offre numerose opportunità di shopping, degustazioni di dolci e granite deliziose; la sera diventa appannaggio dei giovani con animate movida. Caratteristica la ‘Marina Piccola’ luogo di ritrovo per i meno giovani dove è possibile ascoltare della buona musica consumando ottimi gelati.
Apparentemente piccola, l’isola offre, comunque, una serie di opportunità per girovagare alla scoperta di luoghi, sentieri e paesaggi bellissimi. Attraverso “Marina Lunga” si giunge al Porto Pignataro preceduto da un tunnel -di recente costruzione- che porta alla frazione costiera: la splendida baia di Canneto, tra il Monte Rosa e il Monte Bianco, che rimane la spiaggia balneabile più grande e dell’isola. Dopo un piccolo promontorio troviamo le famose spiagge bianche della pomice (raggiungibili via terra o via mare) libere o attrezzate. Proseguendo via mare s’incontra la contrada di Acquacalda con una lunga spiaggia di sassi.
Vale pena, a questo punto, circumnavigare l’isola sostando per un bagno incantevole ai Faraglioni di “Pietro e Menalda” con vista sulle isole di Vulcano, Filicudi e Alicudi dopo aver lasciato alle spalle, dopo Acquacalda, l’isola di Salina.
Dal paese si sale con una comoda ‘rotabile’ verso la contrada collinare di Quattropani, meta di visita al piccolo santuario della Madonna della Catena (sagra 6-8 settembre) con vista su Salina, Filicudi e Alicudi. Completando il giro si scende per incontrare le Terme di San Calogero (già note ai tempi di Micene), la frazione di Pianoconte e, sempre lungo la provinciale, si giunge all’incantevole Belvedere di ‘Quattrocchi’ obbligata una sosta, preferibilmente verso il tramonto, dove si ammira un panorama da fotografare con i famosi citati Faraglioni e lo sfondo dell’isola di Vulcano.