L’isola sorge da fondali che vanno di 1.110 ai 1.200 m, mentre l’altezza del cono è di 906 m sul livello del mare, la sua superfice è di 12,6 Kmq. Tale sommità è l’avanzo di un antico cratere vulcanico; a circa 200 m al di sotto di tale cima si apre l’attuale cratere che ha cinque bocche attive le quali, a intermittenza, lanciano brandelli di lava e di scorie incandescenti seguite da esplosioni, più o meno violente, e da emissioni di vapori ed efflussi lavici. Questi lanci rappresentano una delle principali attrazioni che di notte offrono uno spettacolo indimenticabile a quanti si trovano sulle barche che sostano nelle acque sottostanti. Non infrequenti le fuoriuscite di magma che si riversa lungo la cosiddetta ‘Sciara del fuoco’ la cui tipica attività, al contempo esplosiva ed eruttiva, viene definita di tipo <<stromboliana>>
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Con riferimento anche ad altri vulcani; tale tipicità fa dello Stromboli uno dei vulcani più attivi della Terra. Questo grande cono nero in mezzo al Tirreno si erge in una sinfonia di colori dalle pendici slanciate che si stagliano vigorosamente in un cielo zafferano. Sulle falde orientali dell’Isola spiccano, linde e civettuole, tipiche casette bianche che, viste dall’alto, danno la percezione di uno sciame posato su un vasto strato di smeraldo. Altre case sono appollaiate intorno ai due artistici templi (San Vincenzo Ferreri e San Bartolomeo) che si celano tra uliveti secolari. Altre si inerpicano sulle pendici scoscese (molte diroccate) dove gli Strombolani si rifugiavano per sfuggire alle scorrerie notturne dei pirati saraceni. Affascinanti gli ombrelli formati dalle piante dei capperi che d’estate si rivestono di magnifici fiori da fare invidia alle più belle orchidee. In primavera i folti ulivi e i vigneti, a tratti intersecati da filari di glicine, di ginestre, di alte erbe frammiste e di mille fiori selvatici offrono un incantevole scenario policromo tra effluvi inebrianti.
Una nota ‘sinfonica’ completa il quadro, veramente idilliaco: è la ‘nenia’ delle cicale ebbre di sole e di profumi che formano un ‘concerto’ alternato a silenzi improvvisi, quasi al comando di un maestro. Consigliato il periplo dell’isola a partire dal vasto Lido di Scari dove si incontra Punta Lena punteggiata da casette bianche appollaiate tra le palme che conferiscono alla zona un paesaggio di impronta araba. Proseguendo verso Nord si costeggia un’altra spiaggia chiamata Ficogrande dove avvengono le operazioni di sbarco/imbarco che collegano l’isola con la Sicilia e la Campania.
Continuando il giro si incontra la grandiosa visione della Sciara del Fuoco dove rotolano enormi blocchi incandescenti a formare un fantastico torrente di fuoco che fuga le tenebre con fasci luminosi che si riflettono sinistramente sul mare, mentre densi vapori si alzano dalle acqua. Procedendo si incrocia la caratteristica contrada di Ginostra (50 persone d’inverno) che si adagia in un vasto anfiteatro con le sue casette ingolfate tra oliveti e fichi d’india.
Un cenno storico: nel 1975 durante alcuni lavori della strada che collega Scari con Ficogrande è stata scoperta una necropoli greca con tombe del IV secolo a.C. dove sé stato rinvenuto un abbondante materiale di corredo funerario. A circa un miglio si erge un mastodontico scoglio: è lo Strombolicchio (alto 43 m) la cui sagoma tozza fa pensare a un suggestivo castello medioevale. Nel 1920 fu avviata un’opera coraggiosa per scalare la dura roccia e, dopo 7 anni, fu realizzata una terrazza dominata da un faro tutt’ora attivo. La roccia è prevalentemente formata da basalto con profonde scanalature e grotte dove nidificano flotte di gabbiani.
La vegetazione è composta di basse piante di capperi e da fichi d’india. Nelle nitide notti d’estate la visione dello Strombolicchio appare come magica; la sua sagoma è colpita dalla luna i cui raggi sembrano scherzare tra i caratteristici pinnacoli e i merli giganteschi creando riflessi tremuli e argentei di grande suggestione.
Escursioni: Al cratere con guida (3 ore circa), all’osservatorio di Puntabronzo
Gite in barca: alla <<Sciara del Fuoco>>, a Strombolicchio, a Ginostra (un’ora) e il periplo dell’isola.